La notte di Sigonella by Bettino Craxi

La notte di Sigonella by Bettino Craxi

autore:Bettino Craxi [Craxi, Bettino]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori


VII

La risoluzione della crisi

«Non c’era stato nessuno schiaffo e non c’era nessuna marcia indietro da fare.»

B.C.

Discorso di Craxi alla Camera dei Deputati, 4 novembre (Passi scelti)

Il seguente discorso viene tenuto da Craxi in occasione del suo reincarico di Governo. Nel corso del dibattito per la fiducia, Craxi espone la posizione e il ruolo italiani nei confronti della questione mediorientale. Egli contestualizza il sequestro dell’Achille Lauro e la crisi di Sigonella all’interno di un più ampio panorama internazionale, descrivendo il lavoro diplomatico e politico perseguito dal suo Governo sin dal suo precedente insediamento. Racconta inoltre le conseguenze e le azioni messe in atto dopo l’affaire Sigonella, nonché un’analisi delle reazioni dei mass media italiani e statunitensi a riguardo.

* * *

Onorevole Presidente, Onorevoli Colleghi,

nell’esposizione del programma del Governo da me fatta di fronte alla Camera il 9 agosto 1983 particolare attenzione venne dedicata alla politica estera. La pace, la sicurezza, l’indipendenza, insieme con la difesa dei diritti umani e dei diritti dei popoli, vennero indicati come i valori base cui essa si sarebbe ispirata.

Illustrai quindi, in quella occasione, il desiderio e la volontà dell’Italia di partecipare al processo di costruzione della pace favorendo esclusivamente il negoziato e la composizione pacifica delle controversie internazionali.

Affermai allora che «il perno delle nostre alleanze politico-militari sta negli obiettivi difensivi e di sicurezza dell’Alleanza atlantica, nella solidarietà tra i Paesi europei che ne sono membri e gli Stati Uniti, nella concertazione responsabile ed equilibrata tra l’Europa e gli Stati Uniti in un concorso di responsabilità tra Paesi liberi e democratici».

In particolare, ricordai che l’Italia «si contrappone alla dottrina delle soluzioni militari che in ogni caso, anche nelle regioni a noi più vicine, non potrebbero vedere impegnata l’Italia», riaffermando che «essa prenderà sempre parte contro la legge della forza, la violazione dei diritti dei popoli, la pretesa e le imprese di egemonia e di sopraffazione». Ciò vale, dicevo allora, «in primo luogo per la regione mediterranea, dove l’Italia continuerà a esercitare tutta la sua influenza per ridurre le tensioni e per aiutare la ricerca di soluzioni pacifiche, negoziate, rispettose dei diritti dei popoli e delle nazioni».

Auspicavo la ripresa di un processo di pace nel Medio Oriente, la grande speranza delusa di questi anni, e indicavo le preoccupazioni del Governo per la situazione di quella regione e la sua volontà di sviluppare relazioni amichevoli di aiuto e di scambi con l’insieme dei Paesi arabi e, in particolare, con le nazioni nordafricane.

Questi concetti e queste intenzioni erano contenuti e specificati anche negli indirizzi programmatici concordati tra le forze della coalizione di Governo. Vi si poteva leggere, in particolare, che «di fronte alla irrisolta questione mediorientale, l’Italia si avvarrà del ruolo acquisito nella regione per favorire una politica del negoziato basata sul riconoscimento reciproco, che conduca a una soluzione istituzionale rispondente alle esigenze di identità e di autonomia del popolo palestinese e a quelle di garanzia e di sicurezza di Israele».

E ancora: «Se la salvaguardia della pace, la cooperazione, la paziente soluzione negoziale di conflitti locali sono le priorità che più



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